Barocco leccese
Il barocco e il suo fascino decorativo.
Nel 1539 Carlo V promuove la città di Lecce a capoluogo della Puglia facendo cosi della città un vero e proprio cantiere a cielo aperto. La città si ingrandisce e viene completamente riprogettata secondo le direttive di un’urbanistica più razionale. Il risultato di questo periodo florido per la città di Lecce è dato dall’affermarsi di quel fenomeno architettonico chiamato barocco leccese. Esso si diffonde nella seconda metà del seicento e si diffonde in tutto il Salento.
Fantasia ed esuberanza scolpita nella roccia.
La fantasia e l’esuberanza sono rese possibili dall’utilizzo della pietra locale, un calcare facile da intagliare e trasformare in frutti, foglie, festoni, putti o animali. Il tessuto urbano della città si arricchì di nuovi palazzi e di edifici laici e religiosi che dovevano simboleggiare il potere e la forza del ceto aristocratico e della ricca borghesia. Il profondo rinnovamento fu specialmente incentivano dagli ordini religioni presenti in città come i Gesuiti e i Teatini. Se nel resto della penisola il periodo Barocco è stato caratterizzato dall’utilizzo di travertino stucchi affreschi e marmi pregiati, nel principali centri salentini si è ricorso al tenero carparo locale che grazie alla maestria degli artigiani ha assunto le forme più bizzarre e singolari.
I principali artefici e protagonisti di questo rinnovamento che si susseguirono per quasi due secolo furono: Giovanni Tarantino, Gabriele Riccardi, Francesco Anatonio e Giuseppe Zimbalo, Cesare Penna, Giuseppe Cino ed Emanuele Manieri. Tra i pittori e decoratori degni di nota sono Gianserio Strafela, Oronzo Tiso e Antonio Verrio che ha realizzato numerose tele per il Duomo di Lecce e la Chiesa di Sant’Irene prima di diventare il pittore ufficiale del re d’Inghilterra Carlo II.
Le testimonianze più importanti del Barocco a Lecce sono date dalla Basilica di Santa Croce; la scenografica piazza del Duomo in cui sono concentrati il Duomo e i palazzi dell’Episcopio e del Seminario nel cui cortile si conserva un bellissimo pozzo riccamente ornato opera di Giuseppe Cino. Degne di nota sono anche le chiese di Santa Irene, Santa Chiara, San Matteo, del Carmine e di San Giovanni Battista.